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Spettacolo incentrato sul carisma di Alfio Antico, accompagnato da 2 musicisti (contrabbasso, strumenti etinci vari, marranzano).
E' uno spettacolo dinamico, in cui i momenti di virtuosismo solistico del Maestro sono accompagnati dall'armonia del contrabbassista jazz di fama nazionale Amedeo Ronga e dall’incursione polistrumentista di Puccio Castrogiovanni (Lautari), ormai storico collaboratore del Maestro.
Alfio Antico: voce, Tamburi a cornice, campane
Amedeo Ronga: Contrabbasso
Puccio Castrogiovanni: Chitarre, Mandolino elettrico, bouzuki, mandola, marranzani, cori.
MARIO INCUDINE
5/4
TERRASINI
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TERRASINI
ALFIO ANTICO
trio
Alfio ha vissuto fino all'età di 18 anni facendo il pastore fra le montagne dell'entroterra siracusano e respirando, in una vita non certo priva di durezze, le favole, le storie, i miti della cultura contadina. I suoni delle 600 campane del suo gregge; la nonna che con il proprio magico tamburello scacciava - lui bambino - i mostri della solitudine e della paura; le prime esperienze musicali nelle strade delle grandi città fino all'incontro con i più famosi musicisti e uomini di teatro della grande tradizione italiana fanno di Alfio Antico un artista che ha raggiunto la piena maturità. Alfio ha oltre settanta tamburi, tutti fabbricati da sé e meravigliosamente intarsiati con immagini di divinità agresti, segni antichi che racchiudono una saggezza eterna. Attraverso il ritmo ed il canto, Alfio Antico scolpisce le mille figure del tempo. "Io sono il tamburo", sussurra in perfetta simbiosi col suo strumento, volendo significare una mistica unità fra la viva pelle della sua mano e quella morta e antica che, fissata ad un setaccio da grano, torna a nuova vita cantandoci storie d'amore e poesia. Il personaggio va compreso a partire dal suo percorso, che comincia su sperdute e assolate colline siciliane; terra di duri contrasti, di bene e di male, d'emozioni e sentimenti che lasciano il segno, come tutte le terre di confine. Poi la fuga nel continente, a Firenze, allora certamente il più accogliente e meraviglioso contenitore da riempire di suoni, e qui la sorpresa. A Firenze vivono molti studenti e lavoratori salentini, sardi, calabresi, siciliani: per tutti la sirena si materializza sulla scalinata dei Lanzi, in piazza della Signoria. Quest'ambiente povero di soldi, ma ricco di stimoli, è stato il ventre fertile della rinascita di Alfio Antico; poi i contatti e le collaborazioni con grandi artisti della musica e del teatro (Eugenio Bennato, Fabrizio De Andrè, Lucio Dalla, Giorgio Albertazzi, Amedeo Amodio, Vinicio Capossela, Carmen Consoli) fanno di lui l'artista eclettico di oggi: musica, presenza, gestualità; maestria e virtuosismo eccelsi. Nelle sue mani, il tamburo esprime sonorità impensabili, che ci fanno comprendere le risorse infinite di questo pur semplice strumento. Alfio vi aggiunge la sua vena poetica, espressa nella lingua che meglio conosce, il siciliano; la sua teatralità naturale è dirompente. Nel campo musicale Alfio ha intrapreso moltissime collaborazioni, tra cui quelle con Musicanova, Edoardo Bennato, Vincenzo Spampinato, Lucio Dalla, Fabrizio De Andrè, Carmen Consoli, Vinicio Capossela, Peppe Barra, Renzo Arbore, Roy Paci, I Lautari, Gianni Perilli, Piero Ricci e la Nuova Compagnia di Canto Popolare.
“L'energia delle culture radicate nella profondità dei tempi e nei cammini dell'interiorità anche nel marasma della mediocrità sanno emergere e trovare voci e interpreti. Ascoltate Mario Incudine, il colore della sua voce, il suo stile interpretativo il suo gesto vocale condensano e distillano per noi l'arte e il sapere di una tradizione, la forza di una cultura, i suoni esplodenti colori di una lingua che trasuda umori, colori, ironie, il privilegio di contaminazioni antiche di una terra di accoglienza, solare e tragica, ricca di umanità travagliata, consumata dalle fatiche, dispersa negli esili, esiliata nelle sue masserie.” Moni Ovadia.
Le parole di Moni Ovadia ci introducono alla musica di Mario Incudine.
Cantante, attore, ricercatore, musicista e autore di colonne sonore, Mario Incudine è uno dei personaggi più rappresentativi della nuova world music italiana. Vanta numerose e prestigiose collaborazioni e il suo repertorio artistico è poliedrico così come la sua vocazione. Assistere ad un suo concerto è un invito ad aprire gli occhi per ammirare, stupirsi, ma soprattutto per prendere coscienza della realtà e risvegliarsi dal sonno. Il suo nuovo progetto musicale “Italia talìa”, 13 brani con la produzione artistica di Mario Saroglia e Kaballà, racconta – in un puzzle di luci e ombre – storie del nostro tempo con un ritmo coinvolgente capace di fare ballare piazze intere. Senza dimenticare l’impegno politico e l’impatto civico che la sua musica infonde. Affronta temi caldi adoperando il linguaggio multietnico della solidarietà e affida ad una musica vivida e variegata pensieri che lo tormentano e speranze che lo rincuorano.
MUSICA - Terrasini

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