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La tradizione più antica, strettamente legata al Carnevale, è il Ballo dei Pastori o Contradanza Mascherata. L’origine di questo ballo non è databile anche se si è appurato che esso esisteva già agli inizi del secolo scorso.
Il nome è legato ad una leggenda tramandatasi oralmente da una generazione all’altra.
Si dice che, nei tempi antichi, il carnevale si festeggiasse in due giorni: domenica e lunedì e un gruppo di pastori non riuscisse mai a partecipare ai festeggiamenti perché il padrone del gregge non li lasciava mai liberi.
Un anno riuscirono ad essere liberi il martedì, ma giunti in paese, seppero che ormai la festa era passata. Decisero allora di festeggiare il carnevale a modo loro indossando abiti femminili e scatenandosi in contradanze per tutto il paese.
Da allora il carnevale ebbe un giorno in più che fu chiamato lu jornu di lu picuraru. Da qui il nome dato al ballo.
Il numero dei partecipanti, tutti maschi, varia tra 16 – 20 – 24 elementi, in quanto è legato ad alcune figure di contradanza che si effettuano in quartetti. Le figure sono 10 in cui una, la cosiddetta “grascé” serve a legare le altre e si effettua ogni volta che si passa da una figura all’altra. Il ritmo musicale è molto simile alla tarantella.
Le coppie sono formate dalla dame e dallo chevalier (fra loro usano tuttora chiamarsi così) e indossano abiti femminili: gonna lunga, ampia e multicolore indossata sopra mutandoni di pizzo lunghi fin sotto al ginocchio, calzettoni bianchi, camicetta elegante orlata di pizzo, guanti bianchi, cappello da donna dal quale si diparte un velo. Legata ad un polso una borsetta o sacchetto con dentro dei sacchetti da offrire agli spettatori e su una o ambedue le gambe una fettuccia di cuoio con una ventina di campanelli (ciancianeddi).
Ciò che distingueva la dame dallo chevalier era il fatto che la prima portava sulle spalle una pelliccia di pecora ed un largo nastro di raso al cinto mentre lo chevalier portava la stessa pelliccia a tracolla e due larghi nastri di raso si intersecavano sul petto e spalle e si allacciavano al nastro del cinto.
Il primo ballo veniva eseguito davanti la casa di chi comandava la contradanza, il secondo davanti la caserma dei carabinieri a viso scoperto affinché il comandante , che aveva la lista dei partecipanti, li riconoscesse.
Poi andavano in giro per il paese a ballare davanti le case dei nobili che, in cambio, offrivano un bicchiere di vino a tutti.
TRADIZIONE - Balestrate
IL BALLO DEI PASTORI


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